Giorni di fuoco
(Sweepers)
Di: Darby Black
Con: Dolph Lundgren, Bruce Payne, Claire Stansfield, Ian Roberts
Christian Erickson, magistralmente interpretato dal prode Dolph Lundgren, è uno sminatore che lavora in Angola. Una mattina, il figlioletto decide inopinatamente di seguirlo al lavoro, nascondendosi nella sua jeep. Causa l’attacco di alcuni guerriglieri del luogo, e il ritrovamento di un nuovo tipo di mina, il piccolo salta in aria nell’esplosione più finta mai vista su uno schermo, e Lundgren si esibisce in una smorfia di dolore ai limiti del ridicolo, con tanto di sguardo verso il cielo. Anni dopo, negli USA, una scienziata (mi pare di aver capito) scopre che quelle mine sono ancora in produzione, più precisamente nella martoriata Angola, e che vengono usate anche negli USA da gruppi di terroristi. Nell’assalto ad una casa possiamo assistere all’opera del peggior stunt-man di tutti i tempi, un uomo che si tuffa da un tetto fingendo pateticamente di cadere. Comunque, la donna, ovviamente una da paginone centrale, va a cercare Erickson, che nel frattempo è diventato un alcoolista, pugile clandestino e reietto in generale. Insieme scopriranno nuovi complotti, che riusciranno a risolvere sfidando un’organizzazione criminale e il comune senso della logica.
Questa volta non possiamo che plaudire a questo film: pur essendo un esempio perfetto dell’azione violenta lundgreniana, il messaggio finale vagamente anti-americano va tutto a favore della pellicola, che riesce a fare una tenue denuncia sociale nella cornice di un trash-movie di tutto rispetto. Questo non giustifica minimamente l’inaccettabile recitazione dei protagonisti, nè le scontatissime trovate, nè tantomeno scene come quella dell’impagabile inseguimento su rotaia (un treno seguito da un cinquantino seguito da una jeep dell’anteguerra, il tutto su rotaia e senza che nessuno rimanga indietro), ma aggiunge un certo non so che ai 96 minuti di cotanto capolavoro. Perlomeno, non ci si perde in lungaggini come negli ultimi Seagal, e non si indugia (non troppo, almeno) sul dolore del protagonista come nei Van-Damme classici. Il risultato è un godibilissimo film d’azione, in cui ognuno potrà divertirsi a trovare un errore di scena (le condizioni igieniche e di salute dei personaggi variano con una certa disinvoltura da sequenza a sequenza). Pollice abbassato per la Stansfield, credibile nel suo ruolo quanto una banconota da sette euro, tanto da far sembrare bravo Lundgren. Da notare i personaggi dei cattivacci, soprattutto l’amico traditore e il suo schiavo nero. Una menzione particolare, inoltre, alla locandina, disegnata con Paint da uomini estremamente svogliati, e assai poco convincente nella sua amatorialità.
Produzione: USA (1999)
Punto di forza: la denuncia finale risulta insolitamente genuina, e in un paio di occasioni anche Dolph riesce a sembrare simpatico.
Punto debole: la recitazione di Claire Stansfield è pietosa, e ci si poteva sforzare ben di più nel rendere verosimili situazioni, cadute ed esplosioni.
Come trovarlo: DVD.
Da guardare: con amici, senza escludere le fidanzate.
Pubblicato il gennaio 7, 2011, in 1990 - 1999, Azione con tag 1999, angola, azione, azione trash, bruce payne, cinema, cinema trash, cinewalkofshame, claire stanfield, darby black, dolph, dolph lundgren, film brutti, fuoco, giorni, giorni di fuoco, giorni di fuoco recensione, guerra, ian roberts, lundgren, mine, recensione, serie b, serie Z, sweepers, sweepers recensione. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Pingback: Giorni di fuoco | Ne ho viste cose…